“Ubuntu One” e “Ubuntu One Music Store” verranno dismessi ad agosto
Attenzione
Questo articolo è stato pubblicato più di un anno fa, potrebbero esserci stati sviluppi.
Ti preghiamo di tenerne conto.
Chiunque abbia utilizzato Ubuntu almeno una volta negli ultimi anni avrà fatto caso ad Ubuntu One, il servizio cloud offerto da Canonical nativamente installato sulle recenti distribuzioni di Ubuntu. Ubuntu One è esattamente quello che ci si aspetta da un servizio cloud storage e fin’ora ha strizzato l’occhio a tutti gli utenti Ubuntu a volte lasciati senza supporto dalla concorrenza diretta.
Esattamente come Dropbox, SkyDrive, Google Drive, Mega e compagnia bella permette con sottoscrizione di gestire uno spazio web remoto. Il piano base gratuito parte da 5GB, acquistando funzionalità aggiuntive, o iscrivendo i propri conoscenti tramite link di affiliazione è permesso l’upgrade a spazi d’archiviazione sempre superiori. Ubuntu One Music Store (gestito da 7digital) permetteva invece l’acquisto di brani musicali in formato MP3 privi di DRM, quindi importabili in tutti i dispositivi connessi.
Lo scorso 2 aprile un comunicato sul Canonical Blog però scatena reazioni di vario genere (non ricordo di aver visto tanti commenti su quel blog). A quanto pare Canonical chiuderà il servizio. Le sottoscrizioni al servizio sono già chiuse e per tutti gli utenti già registrati il servizio resterà attivo fino al 1 giugno 2014, mentre il download dei contenuti caricati sarà possibile fino al 1 agosto. Canonical rimborserà tutti gli utenti che hanno sottoscritto un piano a pagamento che scada dopo il 2 aprile.
Come riporta efficacemente Wikipedia, Ubuntu One oltre che essere un servizio cloud di archiviazione è anche un client per connettersi al drive remoto. Le licenze dei due “prodotti” sono però diverse. Mentre il client è open source, tutto il software per la gestione dei file sul server remoto è proprietario. Sempre alla pagina del comunicato viene spiegato che il servizio sarà presto dismesso, ma non avrebbe senso non rilasciare il codice che ha gestito i file degli utenti. Verrà quindi rilasciato con licenza open source quanto prima (probabilmente ospitato su launchpad) e verrà pubblicato tramite un altro post.
Il destino dei client è già segnato: con i nuovi aggiornamenti gli utenti di Ubuntu, Android e iOS scaricheranno un nuovo client che li notificherà della chiusura imminente del servizio. Ovviamente nella prossima release (14.04) Ubuntu One non sarà più installato.
Per quanto mi riguarda ho utilizzato il servizio di Canonical senza problemi da poco dopo il suo lancio. Ho sincronizzato senza problemi i miei file tra i diversi dispositivi e ho attivato un backup dei contatti e delle fotografie scattate con il mio cellulare Android. Capisco però che le entrate di Canonical derivino per la maggior parte dal supporto che fornisce, molto poco sarà stato il guadagno da Ubuntu One, che comunque rimane un buon prodotto, ma che si rivolgeva a un utenza già incentivata a spendere poco/niente (Ubuntu stessa è open source… e non raccontiamoci che al mondo siamo tutti fautori della libertà).
Dall’altra parte credo che la chiusura di Ubuntu One non guasti. Esistono decine di servizi simili, e spesso i GB offerti sono ben più di 5, molti dispongono di un client anche per linux che non sarà comodo/integrato come Ubuntu One, ma che funzionerà allo stesso modo. Senza contare che il lancio della distribuzione di Ubuntu dedicata al mobile è imminente. Capisco che la forza lavoro (già ridotta al minimo a causa degli introiti già esigui di Canonical) venga incrementata sugli aspetti su cui Canonical stessa si è sempre concentrata: fare un buon sistema operativo.
0 commenti