Anche Linux vanta un parco applicazioni “portatili”, ma è necessario?
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Ormai da qualche anno il “portable software” o “x-software” è una realtà affermata, software che non necessita di installazioni, ma si avvia direttamente tramite un eseguibile. Tali software venivano scritti nativamente per “girare” sotto Windows, data la scarsa condivisione di dipendenze, e infatti è stato apprezzato dalla gran parte di tali utenti in rete, senza contare gli elogi di alcune delle principali testate giornalistiche IT online.
Di cosa si tratta sostanzialmente? In poche parole il “portable software” o “x-software” è software spesso open source, impacchettato, comprensivo di tutte le dipendenze necessarie al funzionamento che va semplicemente lanciato e non necessita di installazione. In poche parole potrebbe essere sufficiente all’interno del computer una directory principale contenente i collegamenti ai software portabili per non “sporcare” il registro di Windows, scongiurando possibili malfunzionamenti. Sono concepiti anche per l’utilizzo da dispositivi removibili, come cd o chiavette USB. Basta semplicemente avere il programma scompattato sulla chiavetta.
Due dei principali siti per software “portabile” sono portableapps.com, anglofono e winpenpack.com, di italico sviluppo.
Oggi però iniziano a diffondersi un po’ ovunque le distribuzioni Linux desktop oriented (una su tutte, la più famosa Ubuntu), e finalmente l’utente inizia a guardare al software libero con occhi diversi, rendendosi conto che per passare da Windows a Linux con semplicità il passo è breve, non senza accettare un minimo di cambiamento, esattamente come chi passa da Windows a Mac OS X. Con l’avvenire di Linux i vecchi bisogni tornano a farsi sentire, e per questo nasce in questi giorni il sito PortableLinuxApps.com.
Esattamente come i più blasonati “colleghi” sopra citati, PortableLinuxApps.com mette a disposizione un parco software veramente completo per ogni esigenza dell’utente medio. Al momento il sito non offre niente di più di una lunga lista di software disponibile, dal client bittorrent al player video, dal software di publishing all’utility per i video screenshot. Unica pecca che segnalo ai mantainer del sito è la mancanza di un’organizzazione interna, non esiste una catalogazione del software in categorie, o anche un’assegnazione di tag. Per ora è un grande calderone di applicazioni, ma a quanto pare nel forum si sta discutendo il da farsi. Per utilizzare i programmi è sufficiente scaricare l’eseguibile (un file BIN), renderlo eseguibile con “chmod +x app.bin
” e lanciarlo con il comando “./app.bin
“.
Personalmente trovo però il software portabile per Linux non sempre utile, a meno di poche circostanze, e di seguito spiego perché. I pro delle applicazioni portatili per Linux:
- le dipendenze sono ridotte al minimo,
- cancellando un’applicazione non è necessario cancellarne le dipendenze.
I contro:
- le applicazioni portabili non hanno bisogno di dipendenze perché sono già incluse nel pacchetto BIN, in generale occupano più spazio rispetto ad una installazione standard,
- le dipendenze sono ridotte al minimo, ma di tanto in tanto qualche dipendenza si scopre indispensabile.
Inoltre Linux non è ancora così diffuso da essere trovato con facilità all’interno degli internet point, o negli hotel, è altamente improbabile riuscire ad usare un’applicazione scaricata all’infuori dal proprio computer domestico. Tra l’altro c’è da dire che ad oggi è veramente semplice installare Linux (qualsiasi distribuzione) su una chiavetta usb ed avere la propria distribuzione sempre disponibile su qualsiasi computer che supporti il boot da usb, non qualche programma ma un’intera distribuzione.
L’idea di un parco software portabili non è male, ma per ora non ne vedo ancora l’utilità.
2 commenti
TheJoe · 17 Gennaio 2011 alle 2:33 PM
Proprio non ti va di argomentare?
Apporialelp · 16 Gennaio 2011 alle 8:18 PM
Si, probabilmente lo e