Fotografia: tecniche per la riduzione del “rumore digitale”
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Nel tutorial di oggi si parla di fotografia. Quante volte ci è capitato di scattare delle foto, riguardarle sul display della macchina fotografica e vederle in buono stato, scaricarle poi sul computer ed accorgerci della presenza del rumore nella foto.
Il rumore digitale presente nelle foto è quel deterioramento che può andare dal piccolo disturbo appena visibile, al disturbo “a puntini” molto fastidioso da vedere come vedremo nella prossima immagine che dimostra come la qualità dell’immagine possa modificarsi, modificando gli ISO.
In questo esempio una foto scattata a 100 ISO sarà più scura, ma il rumore sarà semi-impercettibile. A 200 ISO il rumore diventa chiaramente visibile, a 400 ISO l’immagine perde drasticamente di qualità.
Non solo gli ISO contribuiscono ad aumentare il rumore nelle foto. Diversi fattori quali un sensore troppo piccolo, un sensore troppo caldo, un cattivo software di elaborazione e controllo interno alla macchina fotografica.
Ma a cosa è dovuto il fenomeno del rumore? In realtà altro non è che un difetto del sensore interno della macchina fotografica digitale, un difetto irrisolvibile per il quale non esiste soluzione vista la natura elettronica del dispositivo. Il sensore delle compatte è molto piccolo, sicuramente molto più piccolo di quello delle reflex o delle grandi bridge. Un sensore riceve la luce dall’obiettivo, commuta la luce in un segnale elettronico e trasmette il segnale alla memoria interna amplificandolo. Tanto più piccolo sarà il sensore, quanto più amplificato dovrà essere il segnale. Per questo motivo un sensore piccolo dovrà amplificare il segnale maggiormente rispetto ad uno grande, e il rumore infatti sarà più visibile nelle foto fatte da una compatta (in cui il segnale viene di molto amplificato) piuttosto che in quelle di una reflex.
Esistono però dei metodi da applicare alle fotocamere di fascia bassa più o meno validi per ridurre il rumore alle foto, alcuni sono dei piccoli accorgimenti che tutti possiamo adottare e ne riducono la formazione in modo meccanico-fisico.
- ove possibile impostare un valore ISO molto basso, aiutandosi a stabilizzare l’immagine con l’aiuto di un treppiedi o utilizzando appoggi fissi naturali: muretti, cavalletti, tavoli, ecc.,
- lasciare spenta la macchina fotografica quando non serve per non far scaldare il sensore. Di norma più il sensore è freddo e meno rumore avremo sulle foto,
- quando le impostazioni lo permettono salvare le foto in un formato non compresso (ad esempio RAW o TIFF). La compressione JPG tende ad accentuare il rumore nelle foto, soprattutto se il software di compressione interno alla macchina fotografica non è dei migliori.
Usare il fotoritocco
Ultimo rimedio se gli ultimi non hanno portato i risultati sperati è affidarsi al fotoritocco. Esistono svariati programmi standalone o plugin per i maggiori software commerciali che a prezzi contenuti (dai 30 ai 40 euro) rimuovono automaticamente il rumore. Oggi però torniamo a parlare di G’MIC, un plugin per Gimp recensito qualche mese fa che appare come un comune plugin, ma in realtà è un intero programma di fotoritocco completo all’interno di Gimp.
Aperta l’interfaccia di G’MIC ci troveremo di fronte diverse voci di menù, una delle quali è “Enhancement” (Miglioramento). La prima voce del suddetto menù è “Anisotropic smoothing“, una procedura che data un’immagine, sfoca le parti di colore uguali in modo omogeneo, mantenendo i bordi. Il risultato è apprezzabile anche lasciando le impostazioni iniziali.
La seguente foto presa da Flickr presenta del rumore, visibile soprattutto nelle parti in cui il colore è omogeneo.
La stessa foto dopo il procedimento è molto migliorata.
Basta dare un’occhiata alle due foto per capire immediatamente la differenza. G’MIC come già detto è un plugin utilissimo, installabile su qualsiasi piattaforma per via della sua licenza open source. Se proprio devo sollevare un obiezione agli sviluppatori preferirei avere una versione completa di tutte le funzionalità installabile separatamente da Gimp, e una versione contenente alcuni degli effetti installabile come plugin. Così com’è si ha davvero l’impressione di installare un programma per averne due diversi, si fa un po’ di confusione.
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