Prey: tiriamo le somme dopo un anno
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L’anno scorso, sempre in questo periodo fra le pagine di questo blog si parlava di “Prey” (sito ufficiale), un software open source (cosa non comune fra i programmi di tracking) multipiattaforma in grado (se installato) di tracciare la posizione del proprio computer qualora venisse rubato. Fra le caratteristiche già implementate nei report troviamo: foto dalla webcam, screenshot istantaneo, indirizzo IP pubblico e privato, e oltre alla geolocalizzazione tramite indirizzo IP Prey è in grado di triangolare la propria posizione in base alla distanza delle più vicine reti wi-fi. Dopo averlo provato personalmente devo constatare che la posizione rilevata è sconcertantemente accurata.
Un anno è passato da quel lontano post, e i cambiamenti sono stati parecchi. A differenza della versione vecchia di un anno, Prey ora dispone di una comoda GUI che ne permette la configurazione, esiste (oltre alla intoccata possibilità dei report via mail) un pannello web dal quale dichiarare lo stato del pc (smarrito o non) che supporta fino a tre tracciamenti individuali, e da poco è stata introdotta la disponibilità degli account pro.
Si tratta di alcune particolari “personalizzazioni” del pannello di controllo. A monte di un contributo in denaro al progetto è possibile sottoscrivere un diverso abbonamento fra: Small, Medium, Large e Huge. Le differenze stanno ovviamente nel costo e nel numero di dispositivi tracciabili. Ciascun piano “pro” ha un canone mensile, ma è possibile decidere di pagare annualmente beneficiando di un 10%organizzazioni non-profit di sconto sul totale. Inoltre le e gli enti educativi possono agevolare di ulteriori riduzioni sul prezzo.
E’ apprezzabile che venga comunque specificato nella pagina delle promozioni che gli account “free” (fino a 3 dispositivi) verranno sempre e comunque offerti gratuitamente .
Qualche considerazione dopo l’utilizzo
Dopo aver provato il pannello di controllo ho però deciso di adottare i report via mail. In questo modo non ci appoggiamo a nessun servizio esterno se non il nostro. Attualmente con la mia configurazione Prey controllerà ad intervalli regolari di 5 minuti una url da me configurata. Nel caso il server rispondesse con un errore “404: File inesistente” Prey attiverebbe l'”Haunting mode” e inizierebbe ad inoltrare i report alla mia casella di posta elettronica.
Questa procedura ha un neo. Se sul computer smarrito è installato un client di posta configurato per scaricare i messaggi dall’account al quale vengono inoltrati i report il ladro capirà di essere spiato e probabilmente procederà alla formattazione impedendoci di recuperare il pc. Il problema si presenta anche se salviamo le password dei servizi web (tipo Gmail) all’interno del browser, come prima il ladro potrà accedere alla nostra mailbox e capire di essere spiato. Sui portatili raccomando sempre di non salvare i dati personali, potrebbero cadere in mani sbagliate.
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