I software per la grafica raster
Attenzione
Questo articolo è stato pubblicato più di un anno fa, potrebbero esserci stati sviluppi.
Ti preghiamo di tenerne conto.
In questo articolo avrei voluto spiegare i vantaggi del software grafico “Pinta“, ma mi sono lasciato andare volentieri ad alcune riflessioni che scommetto non sono l’unico a fare. Proverò ad illustrare il problema (perché di un problema si tratta) il più semplicemente possibile.
Il software “Pinta” è arrivato da poco (il 6 luglio) alla sua versione 0.4, una release ancora immatura se paragonata per numero di build e per caratteristiche alle sue alternative sia open che closed source. Sulla Wikipedia inglese è scritto chiaramente che “Pinta, ispirato da Paint.net, si pone come alternativa a Gimp più semplice”.
La release 2.8 di Gimp sarà rilasciata (secondo le stime degli sviluppatori) solo l’anno prossimo, non si sa ancora una data di rilascio precisa perché la roadmap è lunga e bug e caratteristiche da integrare sono molte. Vi basti che verrà rilasciata l’anno prossimo. La nuova versione di Gimp, oltre a correggere parecchi bug, integrerà una nuova gestione delle finestre (finestra unica, già disponibile in anteprima installando la versione 2.7), una nuova gestione dei livelli (con i livelli raggruppati), verranno eliminate ove possibile finestrine e finestrone tanto antipatiche a chi migrava da PhotoShop a Gimp, ed altre aggiunte minori che velocizzeranno il lavoro di molti.
Entrambi i software contano decine di sviluppatori (Pinta ne conta addirittura 12 secondo Wikipedia inglese) che dedicano il proprio tempo libero alla correzione dei bug, all’implementazione delle nuove caratteristiche, allo “sviluppo del programma” in sé. E lo fanno gratis.
Ora, appurato che entrambi i programmi, chi più chi meno, si occupano di grafica raster mi sembra veramente inutile sviluppare due programmi che più o meno fanno le stesse cose. È uno spreco di risorse, se i dodici sviluppatori di Pinta dessero una mano al team di sviluppo di Gimp, con ogni probabilità il lavoro finirebbe prima, o comunque si alleggerirebbe di molto.
Un’altra cosa che non capisco è perché non può essere possibile creare differenti versioni di un unico software? Dividere le utenze. Per dirla “in soldoni” creare tre differenti versioni di Gimp: “Easy“, “Standard“, “Advanced” limitando le caratteristiche per le prime due. La versione “Easy” potrebbe avere poco più di ciò che offre “F-Spot“: correzione automatica dell’esposizione e del contrasto, bilanciamento colori, rimozione occhi rossi e poco più. La versione “Standard” offrirebbe qualche caratteristica in più tipo la gestione dei livelli, i canali e alcuni filtri (estendibili) e la versione “Advanced” offrirebbe tutto ciò che Gimp offre già.
Questa sarebbe una vera diversificazione del mercato (o dell’utenza, visto che il termine non è sempre ben visto). Spesso mi capita di consigliare Gimp a certa gente che a malapena riesce ad importare le foto sul disco, per una persona digiuna di fotoritocco le funzioni principali sono le uniche che utilizzerà. Ed è senza dubbio più complesso doversi ricordare i nomi di tre programmi differenti, rispetto ai nomi di tre versioni di un unico programma.
Spero che gli sviluppatori di Gimp e di Pinta capiscano di avere delle cose in comune, e seguano i consigli che do loro in questo post.
0 commenti